Magnolia

 

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La città è piena di questi fiori. Dappertutto come ad annunciare una rinascita che sappiamo di non meritare e che certamente non arriverà. Fastidiosamente perfetti, carnosi e pieni di vita. 

Mi chiedo come mai, dopo tanti anni, non avessi visto tutto questo, come ho fatto a non capire che qui esiste una stagione della magnolia. Abituata agli scorci nascosti, ai giardini nobiliari in cui si nasconde il segreto delle piante più belle, più antiche, dagli odori forti. Zagara, glicine, gelsomino, hibiscus, geranio, ripeto il loro nome come una preghiera.

Abituata a dovere scovare, dietro angoli di pietra martoriata e abbandonata, luoghi benedetti come oasi. Convinta che solo accanto al disastro si potesse godere della potenza della creazione.

Mi scopro stupita nella bellezza discreta di ogni angolo, cui possono attingere tutti, cui tutti possono godere a piene mani. Fiori generosi dalle forme di donna, dai petali di ossa morbide e rosate. 

Devo solo abituarmi a non sentirmi in colpa, forse, perché è ora anche per me di godere della stagione della magnolia.

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