Civilización y Barbarie

 Lo spazio tra la civiltà e la barbarie è uno spazio breve, poco più di uno spiraglio. L'Orco è libero e la sensazione è difficile da comprendere perché è naturale la voglia di gridare all'oltraggio alla memoria, all'onore dei morti, alle famiglie offese, alla dignità dello Stato.

C'è anche la paura, perché l'Orco fa paura, fa paura l'Ammazzacristiani. 

L'Orco che uccide i bambini. L'Orco che fa saltare in aria la città.

 In quello spiraglio che è misto di dolore e paura arriva la Barbarie. Oggi alimentata dal fuoco dei social che brucia forte, rapido e feroce. È qualcosa di facile, la Barbarie e anche i più saggi ci cadono.

Devo, però, fermarmi e provare a fare una scelta. Devo però provare a ripescare in quei ricordi fondativi, di bambina. Me lo devo.

Mi rivedo sotto l'albero di via Notarbartolo, mi rivedo a Capaci, rivedo gli occhi di Borsellino in quell'incontro a scuola, mi sento, davanti al tribunale, mentre urlo "Palermo è nostra e non di cosa nostra". Ricordo tutto così bene, ricordo le mani nel girotondo attorno alla città e ricordo tutto quello che successe dopo. Si tratta di ricordi fondativi, ricordi che sostengono la struttura.

Ho scelto, in quel tempo lontano, la civiltà perché mi è stata insegnata dalle vittime di quelle stragi. Ho scelto, in quel tempo, che avrei creduto nello stato e nelle sue leggi. Ho scelto e mantenuto, a scapito di molte delusioni, quella decisione.

Oggi Giovanni Brusca esce dal carcere perché lo ha permesso Giovanni Falcone con il suo lavoro e dobbiamo essere coerenti e ingoiare la rabbia. Oggi celebriamo il coraggio di una scelta che fa del nostro, un paese immensamente civile. Oggi celebriamo la vera differenza tra Stato e mafia, tra Civiltà e barbarie. 



Aggiornamento 1 giugno: articolo di Peppino Di Lello



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