La verità, vi spiego, sulla DAD



Non intendo dire niente di nuovo o di innovativo. La Didattica a distanza fa abbastanza schifo.
Gli orpelli tecnologici, chi mi conosce lo sa, sono una mia passione.Mi divertono e loro si divertono con me facendomi impazzire quando non funzionano a dovere. Anyway, io amo la tecnologia, mi diletto a scoprire molti giochetti didattici e a propinarli ai miei diletti spesso e volentieri.
Loro, i diletti alunni di cui sopra, in realtà non li amano moltissimo perché sono in gran parte dei conservatori abitudinari ( l'ho detto!!!).
Alla fin, però, glieli impongo: Kahoot in classe, webquest, karaoke, corti interattivi, ecc.
A loro non dispiacciono ma poi, se gli chiedi di creare, di spaziare tra le miliardi di opportunità della rete per produrre qualcosa, ti spiaccicano un power point che il parroco del paese sceglie uno sfondo più allegro per parlare della raccolta fondi di Pasqua.
In questa terrificante esperienza che stiamo vivendo, ho subito messo in moto la mia DAD ( didattica a distanza) : classe virtuale, webquest, test su moduli di Google, lezione prima in differita e poi in diretta e via dicendo.
 Ho fatto 3 webinar in 3 lingue diverse:uno su come usare l'ambiente virtuale, uno specifico per i docenti di lingue e un altro con Lorenzoni (così almeno facevo entrare la luna e la fantasia).
Ho cercato un luogo perfetto della casa dove collocarmi a riparo dalla mia famiglia e dalla gatta Molla e ho cominciato.
Sembrava bella e perfetta, sembrava tutto perfetto. Sembrava che fossero lì.
Sembrava, quando stavamo entrando insieme nel sito del Reina Sofía
( Maria G. non partecipa alla riunione ).
Sembrava, ( Fabio L. partecipa alla riunione ) mentre proponevo a  loro la lettura di un articolo di Rosa Montero su El País ( Fabio L. non partecipa alla riunione ).
Sembrava mentre gli proponevo degli esercizi ( Lucia L. partecipa alla riunione) interattivi (Lucia L.non partecipa alla riunione).
Ad un certo punto, chissà dopo quanto tempo, mi sono resa conto che non partecipavo nemmeno io.
Parlavo da sola. Chissà quante cose belle dicevo alla mia stanza virtuale, vuota ma piena.
Per fortuna la cara Marcella mi scrive una mail immediatamente "Prof. è uscita dalla conversazione.Tutto ok?".
Sono rimasta qualche minuto in silenzio, sola.
 Avvolta dal vuoto pneumatico della mia cuffia high-tech da studio di registrazione.
Sono rientrata e loro erano lì ( Marco D. non partecipa alla riunione ) e mi aspettavano.
A volte erano 16 ( Marco D. partecipa alla riunione ) a volte 17.
A voi che sproloquiate sugli obblighi di noi qui ( rubate lo stipendio, dovete/non dovete mettere i voti, 6 politico e via salvinizzando), sì proprio a voi, regalo un poco dell'angoscia di non sapere che lavoro fai, in questi giorni cupi.
Vi regalo gli andirivieni dei collegamenti e i silenzi delle domande senza risposta  ( Lucio G. partecipa alla riunione ? ), vi regalo le ore a correggere sapendo che chi scrive ha usato un cellulare per comporre un tema.
A voi, però, non regalo quelle parole belle e di speranza che ci riusciamo a scambiare perché non ve le meritate, vi meritate stanze vuote dove stare a dare voti e a blaterare.

Commenti

  1. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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  2. Bello mi è piaciuto! Molto più vero di tanti articoli letti sono fortunati i tuoi alunni i prof come te sono un dono. Un abbraccio. Ilenia

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  3. È stata davvero una grande fortuna averla come prof in presenza, spero che i prossimi alunni tornati nelle classi se ne rendano conto.

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