(Pro) Pietà privata

Se esista, in natura, più fastidioso essere di chi, ritornando alla sua terra dopo aver vissuto in luoghi più accoglienti e magnanimi, ne fa aspra critica, non ho notizia. Io no, io non pensavo di poter fare parte di quella schiera. Avevo un'idea più romantica di me, più libera da facili cliché. Certo, di questa insopportabile compagine ne hanno fatto parte illustri pensatori e intellettuali, spesso attirando a sé l'ingiuria e accuse di tradimento patrio ( o matrio, come credo sia più corretto declinare). Eccomi qui invece, a farne indegnamente parte e a cominciare una critica che ribolle, ormai da troppo tempo.
Il narratore esterno è, in letteratura, un privilegiato, colui che può vedere il mondo con una completezza fuori dal consueto e guida il lettore e a volte il personaggio, rispettivamente, nella narrazione e nell'azione. È un ente libero a cui diamo autorevolezza e capacità creativa. Perché quindi, chi volesse affrontare con la dovuta durezza una critica al suo luogo di origine, di cui possiede conoscenze più che sufficienti, è considerato di per sé un essere spregevole e ingrato? In ogni caso, ho deciso che sarò chiara, che non mi risparmieró: le condizioni in cui rivedo la mia città, e la Sicilia, dopo un anno di assenza sono vergognose e ingiustificabili. Senza mezze misure, si tratta di uno scempio del paesaggio di cui si devono trovare responsabili e attuare ( non proporre, non meditare, non valutare) , soluzioni logiche e di facile attuazione. Nella Provincia di Palermo, dove mi trovo e che ho largamente attraversato, le strade sono disseminate di pattume ad ogni angolo, la raccolta differenziata è, in alcuni casi che non avrei difficoltà a riferire (non parlo di Palermo), una menzogna che vede operatori ecologici che riversano il pattume in un unico compattatore. Rifiuti ingombranti, soprattutto elettrodomestici a ricoprirsi della ruggine fuori delle case vacanza.Cani e gatti randagi a dividersi gli avanzi delle feste che si consumano nelle villette che avi, in pieno boom economico, hanno costruito nel completo disinteresse del bene comune. Nessun rispetto per le spiaggie, anche queste piene di immondizia figlia della pigrizia e dell'ineducazione dei turisti e delle amministrazioni che spesso, ottusamente, non ritengono necessario fornire gli opportuni contenitori. Il mare, espelle stanco, i resti di questa civiltà mostruosa a cui apparteniamo.
 Sopra di tutto, sopra di noi e alla nostra ignavia, ad ogni ora del giorno Canadair in un eterno viavai per sottrarre al fuoco il verde già corroso dal caldo africano. Le Madonie, gioiello affascinante di una terra senza montagne, divorate dalle fiamme in un dolore che non riesce ad accogliere parole. La natura è in agonia e noi ci apprestiamo a perdere la ricchezza di una delle isole più belle del mondo.Straziante è il ritorno, sollevato dagli amori grandi e dalle radici, alleviato dai sapori che stregano la pancia che sa calmare. La puzza di piscio e di putrefazione spesso si mescola a quella dei gelsomini che con ostinazione,  provano a sovrastare il persistente afrore. Tutto ciò che è pubblico, tutto quello che si trova fuori dai cancelli, fuori dal limite che viene  dalla pace della proprietà, è depredato, insultato, fatto a pezzi.
No, non posso essere benevola né accomodante con chi permette questa vergogna. No, nessuno di noi dovrebbe, poco importa se ha scelto di restare o di andare via. A chi non sopporta queste parole che ritiene presuntuose e saccenti o ingrate, posso solo assicurare che si tratta di parole amare e tristi che hanno anche la sicurezza di essere vane.

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